“ASTEROID CITY” E’ UNA MAPPA.
UNA MAPPA DEL CIELO.
UNA MAPPA DEL CUORE.
E’ UN PICCOLO CONTENITORE DI TEMI … ENORMI; QUELLI FONDANTI L’ INTIMA ESSENZA DELL’ ESSERE UMANO, GLI INESPLOSI ARCANI CHE ECHEGGIANO NEI MEANDRI DELLE SINAPSI NEURONALI, DA CHE LA VITA CI ABITA.
ED E’, AL CONTEMPO, UN DELICATO, INTIMO, ININTERROTTO VIAGGIO ATTRAVERSO LA MATERIA GREZZA DEI SENTIMENTI, DELLA FINITUDINE, DELL’ INCOMPIUTEZZA.
LA MISE EN SCENE E’ UNA GIOIA PER GLI OCCHI; ARTIFICI SCENICI, MISTURE DI LINGUAGGI SCENOGRAFICI, SUPPORTATI DA UNA SAPIENTE, E MAI INVADENTE, GRAFICA, TINTEGGIANO QUEST’ OPERA DI UNA POETICA VINTAGE.
LE COLORIMETRIE, PASTELLO, ACCESE DA UNA FOTOGRAFIA CALDA ED AVVOLGENTE, DANNO DENSITA’ MATERICA AL “NON LUOGO”, CHE L’UNIVERSO ACCOGLIE.
IL CAST TUTTO E’ IN UNO STATO DI GRAZIA ASSOLUTO.
QUEST’OPERA E’ IL CHIARO EMBLEMA DELLA LEVITA’ CHE SI FA ABISSO.
E LA REGIA, GIOCA, CON SAPIENZA, TRA I CHIARO SCURI DI TALE APPARENTE DICOTOMIA.
LA DOMANDA PIU’ GRANDE :”SIAMO SOLI NELL’ UNIVERSO” SI FA PICCOLA … DI FRONTE AL MISTERO DELL ‘ANIMO UMANO.
“ASTEROID CITY” E’ UN FILM CHE CELEBRA LA “SOSTANZA DI CUI SONO FATTI I SOGNI” E COLORO CHE, DEGLI STESSI, SI FANNO PORTATORI; CELEBRA NOI, NOMADI ERRANTI … DELL’ INFINITO.
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