Oniria va al cinema

“TAR”

TAR! Non trovate che sia parola … onomatopeica? A cosa rimanda, uditivamente? Per me, a concetti quali l’ordine, il rigore, l’autorità, il comando, il potere, il successo … l’arroganza. Il film racconta, rivela ognuno di questi archetipi della, fragile, natura umana. E le loro derive di senso, parimenti. Per immagini, severe, quasi monocromatiche, livide. La […]

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“LIVING”

Ogni immagine, di questo film, a impronta teatrale, è geometricamente costruita con eleganza architettonica. I gesti, misurati, calibrati, come in partitura musicale. La colonna sonora, rimarchevole, accarezza i personaggi fondendosi armoniosamente a luci soffuse e cromie a forte contrasto. La sceneggiatura, come meccanismo ad orologeria, infonde ritmo e impartisce regola, intercalandosi a slow motion che

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“THE WHALE”

E’ difficile comprendere l’Altro da sé, leggere nei labirintici meandri di un “ἄλλος”,  entrando in sincera empatia con l’alterità,  tanto più se la stessa è pervicacemente autolesionistica,  disturbante, abrasiva, come quella di Charlie. Darren Aronofsky non fa sconti,  né visivamente, né emozionalmente,  nel riproporre, cinematograficamente, questa angosciosa e magnifica piece teatrale. E’ lama dal taglio netto. E’ grimaldello

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“US AND THEM”

Come nel video gioco, anche il mondo reale è in bianco e nero, quando loro sono divisi. E’ un film che gioca sugli opposti semantici: presenza/lontananza, colore/sua assenza, yin/yang, primavera/inverno, riso/pianto. La fotografia li racconta, con calma sapiente, uno ad uno. E’ un film impetuoso, come il vento che porta pollini e odorosi sensi. E’

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“EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE”

“Everything Everywhere All At Once”, opera seconda di Daniel Kwan e Daniel Scheinert (dopo il successo di Swiss Army Man, premiato al Sundance Festival, per la “migliore regia”) è diventato, nei mesi scorsi, il caso cinematografico d’oltreoceano; un viaggio filmico in bilico fra action movie ed esplorazione intimista.   Apparentemente, almeno. Il sottotesto di questa,

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“The Banshees of Inisherin” (“Gli spiriti dell’isola”)

Cosa può significare,  all’inizio del secolo, nascere, crescere, ancorare la propria intera esistenza ad una remota isola irlandese, da tutto separata e distinta? Come, l’ambiente, determina gli sviluppi emotivi, psicologici, affettivi di coloro che ad essa appartengono per legami di suolo, di spirito e di cultura? Martin McDonagh cerca di raccontarcelo, con questo film narrativamente potente, ombroso,

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LE OTTO MONTAGNE

“Le otto montagne”, per quel che mi riguarda, è un film mediocre. Neppure il talento attoriale, indiscusso, di Marinelli e Borghi, riesce a salvare l’imperizia registica e quanto ne consegue. L’adattamento del testo (https://spazioliberodilettura.com/2018/01/05/le-otto-montagne/) risulta estremante banalizzato, forzato all’interno di ansimanti dicotomie, che finiscono con l’essere inintelligibili per chi non abbia il libro a guida

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BONES AND ALL

Bones and all … Ho impiegato molte settimane ad elaborare, forse, digerire, questa opera ultima di Guadagnino. Mi ha sconvolto, squassato. Mi ha tremato … il cuore. Sì, non potrei usare parole diverse, da queste. Ogni cosa, oggi, mi tocca di più, la sento di più, più facilmente mi raggiunge, energeticamente. E’ ciò in cui

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THE FABELMANS

LE INGENUITA’, NELLA SECONDA PARTE DEL FILM, SONO DAVVERO ECCESSIVE, PER POTER ESSERE … “PERDONATE”. MA, TUTTO CIO’ CHE ANTICIPA E RESTA, … SANTO DIO, E’ UN EQUILIBRIO COSI’ DELICATO, PERFETTO DA MUOVERE ALLA PIU’ PROFONDA DELLE COMMOZIONI. MICHELLE WILLIAMS E PAUL DANO INTERPRETANO MIRABILMENTE E CON INCANTO I CHIARO SCURI DI DUE PERSONAGGI TANTO

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